IL PRESIDENTE ASPAL STEFANO GIAMMATTEO (AL CENTRO) |
ATTUALITA' - "E’ un conto troppo salato quello che Monti vuol far ricadere sull’agricoltura con l’introduzione dell’IMU. Cambia il Governo ma continua la beffa per un settore in crisi, ma potenzialmente importante per la nostra economia”.
Lo afferma l’Aspal Lazio, nell’ultimo comunicato dato alla stampa. “Le aziende agricole italiane - afferma il presidente Stefano Giammatteo - vivono una forte e drammatica situazione di crisi e non possono sostenere questo salasso. Evidentemente il nuovo Presidente del Consiglio non e’ stato sufficientemente informato della reale situazione del comparto agricolo italiano, che prevede piu’ di 900.000 aziende in stato di insolvenza soprattutto nel centro–sud Italia”. Se infatti i fabbricati rurali, si spiega nel comunicato, erano esentati dall'Ici, ora secondo quanto previsto dall'art. 13 della nuova manovra, saranno colpiti dall'Imu. Tra l’altro, per quanto riguarda i fabbricati rurali ad uso abitativo, l’imposta municipale è fuori da una logica di un fisco trasparente e legittimo, in quanto va anche considerato che questi edifici non vengono raggiunti da tutti i servizi generalmente offerti dai Comuni agli immobili, che si trovano all'interno dei nuclei abitativi.
“Abbiamo chiesto di ottenere almeno una maggiore moderazione del prelievo fiscale - prosegue il presidente Giammatteo - chiedendo l’eliminazione dei moltiplicatori e delle rivalutazioni catastali ai fini del calcolo IMU che graverebbero su fabbricati rurali e sui terreni agricoli e di abbassare le accise sul carburante agricolo che ormai e’ arrivato a superare un euro al litro. Nel momento in cui si parla di equità e sviluppo, bisogna anche considerare una certa equità tra settori economici, non possiamo pensare di sostenere sempre e solo il settore terziario delle banche e della finanza. Gli imprenditori del settore primario sono quelli che fanno la nostra economia reale e che, legati alla terra, non trasferiscono le produzioni all’estero. Come Associazione dei produttori agricoli Laziali, chiediamo al Governo di dare un segnale ad un settore alla pari del governo francese che ultimamente ha investito 600 milioni di euro per la defiscalizzazione degli oneri sul lavoro stagionale in agricoltura”.
“Il lavoro della terra – conclude il presidente dell’Aspal - costituisce un punto di orgoglio e di forza del nostro Paese, con tutte le potenzialità, per esercitare un ruolo di particolare rilievo nello sviluppo economico, sia dell’industria alimentare, sia della produzione agricola, nell’interesse anche dei consumatori italiani”.
Lo afferma l’Aspal Lazio, nell’ultimo comunicato dato alla stampa. “Le aziende agricole italiane - afferma il presidente Stefano Giammatteo - vivono una forte e drammatica situazione di crisi e non possono sostenere questo salasso. Evidentemente il nuovo Presidente del Consiglio non e’ stato sufficientemente informato della reale situazione del comparto agricolo italiano, che prevede piu’ di 900.000 aziende in stato di insolvenza soprattutto nel centro–sud Italia”. Se infatti i fabbricati rurali, si spiega nel comunicato, erano esentati dall'Ici, ora secondo quanto previsto dall'art. 13 della nuova manovra, saranno colpiti dall'Imu. Tra l’altro, per quanto riguarda i fabbricati rurali ad uso abitativo, l’imposta municipale è fuori da una logica di un fisco trasparente e legittimo, in quanto va anche considerato che questi edifici non vengono raggiunti da tutti i servizi generalmente offerti dai Comuni agli immobili, che si trovano all'interno dei nuclei abitativi.
“Abbiamo chiesto di ottenere almeno una maggiore moderazione del prelievo fiscale - prosegue il presidente Giammatteo - chiedendo l’eliminazione dei moltiplicatori e delle rivalutazioni catastali ai fini del calcolo IMU che graverebbero su fabbricati rurali e sui terreni agricoli e di abbassare le accise sul carburante agricolo che ormai e’ arrivato a superare un euro al litro. Nel momento in cui si parla di equità e sviluppo, bisogna anche considerare una certa equità tra settori economici, non possiamo pensare di sostenere sempre e solo il settore terziario delle banche e della finanza. Gli imprenditori del settore primario sono quelli che fanno la nostra economia reale e che, legati alla terra, non trasferiscono le produzioni all’estero. Come Associazione dei produttori agricoli Laziali, chiediamo al Governo di dare un segnale ad un settore alla pari del governo francese che ultimamente ha investito 600 milioni di euro per la defiscalizzazione degli oneri sul lavoro stagionale in agricoltura”.
“Il lavoro della terra – conclude il presidente dell’Aspal - costituisce un punto di orgoglio e di forza del nostro Paese, con tutte le potenzialità, per esercitare un ruolo di particolare rilievo nello sviluppo economico, sia dell’industria alimentare, sia della produzione agricola, nell’interesse anche dei consumatori italiani”.